La valle dei re – Marco Mengoni (scritta da C.Cremonini)

SIGNIFICATO

INTERPRETAZIONE #1

Prima di spiegare il testo della canzone, spieghiamo giusto per informazione cosa di solito si sta ad indicare con “Valle dei re”:  con il nome valle dei Re si suole indicare un’area geografica dell’Egitto, situata vicino all’antica Tebe, l’odierna Luxor, il cui accesso è a meno di 3 km dalla riva occidentale del Nilo, di rilevante importanza archeologica. Per un periodo di quasi 500 anni, a partire dalla XVIII sino alla XX dinastia, ovvero dal 1552 a.C. al 1069 a.C. venne scelta quale sede delle sepolture dei sovrani dell’antico Egitto, quelli che proprio a partire dalla XVIII dinastia prenderanno il nome da Per-Aa, ovvero la “Grande Casa”, da cui il nostro termine di Faraoni.

Detto ciò la canzone cantata da Mengoni, ma ricordiamo scritta per lui da Cesare Cremonini, ovviamente non vuole parlare dell’antico Egitto tantomeno dei Faraoni. Piuttosto, durante molte interviste, Mengoni parlò apertamente di questa canzone e in particolare mise l’accento sulla collaborazione con Cremonini, di cui nutre molta invidia e ammirazione come vedremo dalle seguenti dichiarazioni:

“Io provo una profonda invidia per Cesare Cremonini. Un’invidia completamente positiva per via del suo modo di scrivere, comporre e portare su disco delle fotografie precise con pochissime parole, ma che arrivano diritte al cuore come spade. E’ molto di stomaco. Per questo sono invidioso” ha confessato Marco, ” Spero un giorno di arrivare a fare un millesimo delle cose che ha fatto lui. E lo ringrazio per questo pezzo”. Il pezzo in questione è “La valle dei re”.



Alla domanda “Cesare Cremonini ha scritto per te “La Valle dei Re. Com’è nata questa collaborazione?”, Mengoni rispose:“Io odio Cesare! (ride) Perché lui è capace con una frase semplice e diretta di descrivere un concetto per cui io impiego giri di parole. La mia è una scrittura più metafisica, la sua molto più pragmatica. In realtà ne “La Valle dei Re” ha tirato fuori la sua parte meno pragmatica e più onirica, colpisce molto la frase che dico nello special un po’ beatlesiano: “Chiedo scusa, sono ancora un re”. Per uno che ha cominciato la propria carriera con un EP che si chiama “Re Matto”, è una bella figata! Ringrazio Cesare, che è un altro pazzo folle libero”.

Sempre su Cremonini aggiunse: «Cesare è uno stronzo, nel senso migliore del termine. Lo invidio da morire, con una fotografia riesce a descrivere perfettamente un’emozione, è un grande, un folle, uno libero. Non so come ringraziarlo per il pezzo che ha scritto per me».

A questo punto, Cesare rispose a tutti queste frasi di ammirazione e anche lui spiegò brevemente di cosa trattasse questa canzone:“Ho dato a marco una canzone a cui tengo molto. Si chiama “La valle dei re” ed è stata scritta sul filone di quelle che erano canzoni come “Il pagliaccio”.  C’è in Marco una scintilla di drammatica follia molto teatrale che lui esprime in quasi tutte le sue interpretazioni. Io quella scintilla l’ho già ben sfruttata e sfamata. Ho pensato e sono convinto che lui sia molto adatto a tenerla accesa. La canzone parla di un re tradito che torna dopo l’esilio a riconquistare il suo trono, promettendo vendetta. C’è qualcosa che collega quella canzone alla mia storia, ma non voglio svelare tutto su di lei, preferisco la facciate vostra in modo del tutto personale, se vi piacerà. Certo posso già dirvi che come mio solito, coerentemente con quello che sono, non ho voluto pensare di dare una canzone che fosse commerciale o utilizzabile. Collaborare per me vuol dire trovare strade. Marco ha un bisogno, forte secondo me, di esprimersi e trovare un binario tutto suo. Spero di avergli dato una mano. A giudicare dai commenti di chi l’ha sentita sembra sia così”.

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