Emozioni – Lucio Battisti

SIGNIFICATO

INTERPRETAZIONE #1

Emozioni è sicuramente una delle più famose se non la più famosa e apprezzata canzone di Lucio Battisti; per molti è addirittura la più bella canzone italiana mai scritta. Il singolo fu pubblicato per la prima volta il 15 Ottobre del 1970 e come per quasi tutte le canzoni di Battisti, nonostante siano passati quasi 50 anni, è difficile trovare qualcuno che non la conosca.

Il testo è uno dei più famosi scritti da Mogol, una riflessione interiore di un uomo, la sua rabbia e il suo dolore che si manifestano dentro di lui, le sue emozioni, che solo lui può sentire. Per molti la canzone parla semplicemente delle emozioni in generale, in cui ogni verso è una specie di metafora per spiegare appunto cosa sia un’emozione. Siccome risulta molto difficile spiegare all’ascoltatore ciò che si prova, Battisti e Mogol usano diverse metafore, paragoni o descrizioni ben precise per cercare di trasmettere ciò che provano, per esempio:
“Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi ritrovarsi a volare”, qui si cerca di spiegare la sensazione che può dare vedere una scena del genere, ci sembra di volare, ma è il senso di libertà che ti dà vedere quell’airone sul fiume.

Nonostante ciò, probabilmente l’intenzione di Battisti e Mogol non era solo quella di voler parlare delle emozioni, ma la canzone potrebbe nascondere anche la storia di un amore non contraccambiato (come la maggior parte delle canzoni di Battisti). Questo lo si percepisce dal testo “E stringere le mani per fermare qualcosa che e’ dentro me, ma nella mente tua non c’e'”: lui prova un sentimento forte per lei, ma per lei sono solo emozioni (non amore), infatti subito dopo le dice  “Capire tu non puoi , tu chiamale se vuoi emozioni” come per dire “tu non puoi capire veramente cosa provo..tu chiamale pure emozioni”. Il famosissimo verso “guidare come un pazzo a fari spenti nella notte,per vedere se poi e’ tanto difficile morire” potrebbe invece star ad indicare che il dolore di questo amore non contraccambiato sia così forte, che non gli importa neppure di morire.

Dunque il cantante non solo riesce a descrivere quelle emozioni che si provano quando si è perso una parte di cuore, ma anche con una semplice frase di poche parole, riesce a far esplodere tutta la frustrazione e la “cattiveria” di chi si sente tradito nel profondo dei sentimenti: “TU, chiamale (se vuoi): emozioni”, che potremmo parafrasare in questo modo “Tu (riferendosi alla persona che probabilmente ha sempre parlato di cuore, sentimenti, passioni..) non sei in grado di capire quelle azioni così strane o semplici, ma allo stesso tempo così profonde e sentite. Non sei in grado di capire il sentimento che le sprigiona e forse non sei neppure ‘degna’ di pronunciarne il suo nome: così, TU, usa pure la parola emozioni”. Sdegnando l’ultima frase e assegnando alla parola “emozioni” il valore massimo che il ‘destinatario’ può comprendere, egli rivendica di fatto la titolarità della parola “Amore” come una cosa esclusiva, ma solo perché essa non può essere compresa da colui/colei a cui è rivolta.

Seconda la nostra interpretazione dunque la canzone non si limita a descrivere semplici emozioni, ma il soggetto della canzone in qualche modo rimprovera il suo interlocutore del fatto di non riuscire a capire cosa sia l’amore, cioè il sentimento che lui prova per lei e quindi di cosa le stia dicendo.

L’alter ego di questo brano resta un’altra canzone di Battisti: “io vorrei.. non vorrei.. ma, se vuoi..” nel cui titolo è descritta tutta la grandezza del testo stesso..

Vuoi dare anche tu una interpretazione diversa a questa canzone? Inviala a
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la pubblicheremo a tuo nome oppure lascia semplicemente un commento in fondo al post.

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