Naughty Boy ft. Sam Smith – La La La

SIGNIFICATO

INTERPRETAZIONE TESTO E VIDEO #1

Il brano, che ha già raggiunto i primi posti della classifica inglese superando la hit Get Lucky dei Daft Punk, è pronta a diventare la canzone più bella se non addirittura il tormentone dell’estate 2013.
Il videoclip di La la la, si ispira a una leggenda boliviana del 19° secolo, in cui un bambino sordo fugge da una casa e trova un cane randagio che lo accompagnerà per sempre. Qua sotto ripercorriamo la leggenda a cui si fa riferimento e a cui il video cerca di rimanere il più fedele possibile. Come vedrete infatti si possono riconoscere molte scene della leggenda riprodotte nel videoclip ufficiale della canzone.

LA LEGGENDA
Dopo aver vissuto per le strade per un certo periodo di tempo che non ci è dato di conoscere, il bambino scopre di avere un talento speciale, cioè di avvertire, percepepire i problemi delle persone che lui stesso può guarire semplicemente urlando, ma un urlo che secondo la leggenda doveva essere potente e forte quanto un tornado o un terremoto. Nel video questo grido viene emesso dal bambino con il ritornello “La La La“.
Un giorno il bambino trova un vecchio uomo che era appena stato lapidato, deriso e ridicolizzato dalla gente del suo posto: il bambino urlando riesce a far rivivere il cuore del vecchio uomo (nel video musicale, questa scena la vediamo quando il bambino compra un nuovo cuore). Insieme incontrano un altro uomo che viene considerato un lebbroso per la società (lebbroso inteso come emarginato). L’uomo lebbroso rivela di essere un profeta, che però era stato maledetto da un demone (El Tio, demone delle miniere andine) perchè non l’aveva adorato e così fu cacciato dalla città dove il demone viveva. Il bambino nel video gridando (cioè dicendo il ritornello “La La La”) lo guarisce. El Tio era considerato il padrone del sottosuolo e i mortali gli offrivano doni in cambio della sua protezione o semplicemente per placare la sua ira. Il profeta ci rivela che chiunque avesse udito il demone sarebbe caduto sotto il suo controllo e aggiunse che il demone poteva essere trovato nel deserto, dove una volta era presente una città le cui persone che adoravano il demone, erano state maledette e avevano ricevuto l’ordine di uccidersi tra di loro. Dunque insieme vanno nel posto in cui il demone viveva. Una volta arrivati nel posto, si accorgono che il problema principale è che chiunque avrebbe udito la voce del demone sarebbe stato maledetto, quindi l’unico in grado di sconfiggere il demone è il bambino stesso, in quanto con il suo grido poteva coprire il livello di della voce del demone evitando così che potesse maledire anche altra gente. A questo punto il video finisce e possiamo dare due interpretazioni principali alla scena finale:

1) siccome El Tio era considerato il padrone del sottosuolo (nel video dunque il padrone delle miniere) si può intendere che il bambino sia un sacrificio necessario e grazie a lui il demone non potrà mai più maledire le persone delle miniere e del sottosuolo in generale
2) la seconda interpretazione è che il ragazzo sia l’unico in grado di star davanti al demone e quindi per tutte le altre persone non c’è speranza di liberarsi da lui.

Per concludere diciamo che il video musicale volutamente allude alla storia del Mago di Oz, nel tentativo di conciliare la leggenda con tutte quelle persone che non la conoscono.

SPIEGAZIONE RIASSUNTIVA DEL VIDEO

Dopo aver raccontato della leggenda segnalando alcuni passi presenti nel video, ripercorriamo brevemente la storia come la si vede nel video musicale vero e proprio della canzone.

Nel video il bambino che viene abusato dal padre, ha il potere di sentire il dolore nelle persone e di fermarlo. Così un giorno scappa, incontra un cane e decide di andare a scoprire l’origine di tutti i mali. Durante il suo viaggio incontra un vecchio che è “lo scemo del villaggio”, ricoperto di polvere bianca e sabbia a causa del lancio di pietre in faccia a lui da parte di bambini. Ritenuto scemo, tutti gli ballano e cantano attorno (nel video quelle donne) ma il bambino riesce a fargli ritrovare il vero se stesso ridandogli il cuore (la scena nel video mostra infatti che il bimbo gli compra un cuore). Successivamente il vecchio incontra un uomo che a causa di una maledizione si ritrova con una proboscide ed è continuamente travolto dalle auto delle persone più ricche. Insieme tutti continuano il viaggio e scoprono che l’origine di tutti i mali si trova in un deserto ed è proprio una “statua” (il famoso demone della leggenda) che si trova nella grotta. Essa rappresenta il capo di una setta che ha provocato la distruzione del villaggio che abitava in quella zona: dopo la sua comparsa, infatti, gli abitanti di questo villaggio cominciarono ad uccidersi tra di loro e a mangiare i bambini. Giunti nei pressi della grotta, il cane avendo paura rimane fuori, mentre il vecchio e l’uomo accompagnano dentro il bambino. Nonostante ciò, entrambi non riescono a rimanere lì e vanno via salutando il bambino. Egli, infatti, è deciso a rimanere lì per avvertire chiunque si avvicini alla grotta di non entrare. Si dice che le urla siano finite il 18 aprile, proprio la data il cui è uscito il video di questa canzone.

INTERPRETAZIONE #2 (inviata dalla nostra lettrice Claudia)
Il bambino è un emarginato dalla società in quanto sordo e come lui non riesce a sentire le persone, così le persone non riescono a sentire gli emarginati. Raccoglie dietro di sé, una serie di personaggi inetti: l’uomo impolverato e l’uomo con la proboscide. Vuole liberare l’uomo impolverato, chiedendogli di andare via con lui, ma l’uomo gli fa segno che non può,
poiché è ormai vittima di quelle persone che non vogliono che lui si liberi e che hanno sotto il loro controllo. L’uomo per timore si è rassegnato ad essere ciò gli altri vogliano che lui sia. Allora il bambino gli fa segno che alle cattiverie delle persone, a quello che fanno e a quello che dicono, se non riesci a reagire semplicemente tappati le orecchie e canticchia
lalala, dunque ignorale, poiché se non puoi combattere le persone che vogliono calpestarti, e se tu non sei al tal punto duro da ribellarti, ma sei un buono, l’unica cosa da fare è non stare ad ascoltarli. Così il bambino libera l’uomo dalla sua stessa costrizione, che per paura ha fatto sì che si rassegnasse a sottostare alle ‘violenze’ -psicologiche- degli altri, ridandogli la sua vita, la sua dignità -regalandogli il cuore-. Il secondo uomo, con la proboscite, è un altro emarginato e il bambino lo raccoglie, dicendo anche a lui che davanti alle difficoltà deve fare come lui: tapparsi le orecchie, non sentire e cantare lalala – una melodia che risiede nel mondo magico e spensierato dell’infanzia -. Insieme gli esclusi, si recano nel deserto, ma solo il bambino che ha capito come affrontare il mondo riesce ad andare oltre, e invece di combattere il singolo male, decide di affrontare la radice stessa, l’origine di tutti i mali.

“Mi copro le orecchie come un bambino, quando le tue parole non significano un tubo, faccio lalala”

INTERPRETAZIONE #3 (inviata dal nostro lettore Ivan)
Il video, come il testo della canzone, riconduce ad una situazione di malessere interiore che si insidia nella società odierna, facendo riferimento al bambino che fa le veci del collettivo. Infatti basta estendere questa singolare esperienza su ogni singolo individuo per poter ascoltare il chiaro squarcio che vi è tra l’essere ed il dover essere. Nel video si individuano dei punti cardini: questi ci aiuteranno ad individuare una giusta chiave di lettura.

Si incomincia osservando l’inizio del video che risulta essere significativo in quanto metafora della sensibilità dell’animo umano poiché si entra nell’io con prepotenza ed aggressività: la videocamera si fa largo, silenziosa, in un corridoio fatto di luci ed ombre, con una pianta ed una sedia. Facendo riferimento alle analogie, si potrà constatare che il corridoio significherà la vita di una persona fatta dalle sue esperienze (luci ed ombre), dalla sua speranza e voglia di vivere (rif. pianta) e dai suoi affetti (rif. sedia come sostegno). La prepotenza prende vita dal momento in cui ci si entra nella stanza (si voglia sottolineare che l’ingresso avviene senza bussare ne toccare la porta) ritrovandoci direttamente nel buio, sconfitti dalla dipendenza (fumo e alcol) che sono frutti della repressione; ciò sfocia nell’aggressività  che vediamo quando l’uomo (padre?) tende ad aggredire – verbalmente con vistose movenze  – il bambino. Ecco il primo punto cardine: non esiste gentilezza ne armonia, ma solo la violazione e l’abuso della depressione che prevarica sulla coscienza e che è  madre di traumi che si andranno a sommare nel tempo. Tempo che scade nel momento in cui, in questo caso, il bambino decide di scappare, accettando la sua condizione di vita ormai esausta e deviata, ma non per questo conclusa. Da ricordare, inoltre, la rabbia con cui l’uomo getta via le uova nel nido, scena chiave che rende l’idea del non avere rispetto per la vita altrui.

E’ un lungo cammino che porta alla conoscenza dell’umiltà (il bambino accetta un animale come amico di viaggio, visto come suo pari – non esistono gerarchie). Da qui inizia un secondo filone, dove si potrà vedere un altro
punto importante: essere se stessi e contemporaneamente vittima dei soprusi sociali. Infatti il primo incontro non nasconde la tristezza dell’uomo impolverato che è reduce dell’aggressività delle persone che lo (ci) circondano mentre, nel caos rumoroso (rif. stereo) della vita, tendono a far leva solo sulla prestazione fisica (rif. all’attività ginnica di gruppo) che in questo caso riconduce nuovamente ad una mancanza di umanità e
sensibilità. Il secondo incontro, invece, sempre con un forte senso del caos urbano (rif. incrocio trafficato) è l’immagine della voglia di fare (il continuo muoversi come sinonimo di forza interiore), ma a cui non vengono forniti i mezzi perché non conforme alla società (il modo di vestire nel video dell’uomo vuole rendere chiaro l’idea di unicità dello stesso). Il cammino porta il bambino (sinonimo del futuro), il “malinconico stanco” (il bambino del passato che non è riuscito a farsi forza) ed il “forte” (la voglia di essere se stessi) ad affrontare l’ardente deserto arido che l’ignoranza crea nelle persone sino ad arrivare all’ultimo punto cardine, e cioè l’affronto del male stesso. Tra salite ripide e tortuose curve, ci si arriva al culmine dell’esistenza dove vediamo l’abbraccio, sincero, che porta alla fine del “futuro” (rif. bambino), mentre il “passato” (rif. malinconico stanco) ed il presente (il forte) continuano la loro vita.

Il video da’ un forte senso alla vita ed al bivio che essa ogni giorno ci porta: il bivio della scelta di esser o di dover essere. Un bivio che comporta numerose altre strade, spesso, accidentate, che possono portare alla degenerazione, alla soppressione o alla vita. in questo caso, il bambino decide di farsi carico di se stesso e della dura decisione di affrontare se stesso (gli inferi come sinonimo di abusi, violenze e traumi). “…ci insegano a vincere, rendendoci niente così come al niente basta poco per essere spazzato via, come polvere nel vento.” (cit. I.P.)

Vuoi dare anche tu una interpretazione diversa a questa canzone? Inviala a
significatocanzoni@gmail.com
la pubblicheremo a tuo nome oppure lascia semplicemente un commento in fondo al post.

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