L’isola che non c’è – Bennato

SIGNIFICATO

INTERPRETAZIONE #1
La canzone fa parte dell’album “Sono solo canzonette” del 1980, concept album dedicato a Peter Pan (dai romanzi di J. M. Barrie). L’Isola che non c’è (NeverlandNever Land o Never Never Land) è un luogo immaginario in cui agisce il personaggio di Peter Pan inventato nel 1904 da James Matthew Barrie. Solo i bambini possono accedervi, grazie alla loro immaginazione, seguendo la “seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino”. Nella canzone l’isola è il simbolo della ricerca della felicità, di un’armonia che non si può raggiungere ma sembra sempre a portata di mano e in fondo abbiamo un po’ tutti bisogno di crederci, di pensare che al di là di tutto ci sono momenti, situazioni nelle quali in qualche modo, anche se per poco, possiamo davvero raggiungere quest’isola, e chi non ci crede (chi ride nella canzone) è più pazzo di chi crede perché, in realtà, si autocondanna a non vedere orizzonti, a non guardare oltre. Il tema di fondo quindi è la capacità di sognare, il bisogno dell’utopia quale forza trainante dell’esistenza.

CURIOSITA’
Il cantante Luciano Ligabue nel suo ultimo album scrive una canzone che in un certo senso riprende esattamente questo concetto, cioè che la forza trainante del mondo e le cose grandiose che sono state create nei secoli fino ad oggi, sono tutte partite da idee apparentemente utopiche, molte inizialmente derise, ma che oggi invece non solo si sono realizzate, ma fanno parte delle nostre vite: la canzone in questione è “Sono sempre i sogni a dare forma al mondo”.

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3 risposte a “L’isola che non c’è – Bennato”

  1. Trogu francesca ha detto:

    “La mia isola e’ la speranza di sognare sempre di raggiungere i miei obbiettivi, isola dove sono nata in Sardegna , il profumo del mare e della mia terra che mi manca. ” ❤️

  2. Antonio ha detto:

    Nel buio del nostro cammino di vita, che non è un sogno, ma pura realtà, ognuno segue con la stella della propria coscienza la sua strada, guidato dalla ragione, nella ricerca di sé stesso, e del proprio spirito, che è la nostra isola. Finalmente, nel tempo della nostra esistenza, con la piena consapevolezza, maturità e saggezza, si apre un nuovo mattino, pieno di luce spirituale, abbiamo così raggiunto la pace interiore senza mai più conflitti.

  3. Donizio ha detto:

    La mia interpretazione parte da un presupposto, qui si parla di sogni, quindi di fantasia e non fa nesso alla possibile realizzazione degli stessi, di conseguenza promuove la possibilità e il diritto a sognare. Il perno di tutto secondo me sta nella prima strofa, “seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino”, in quanto mette in risalto un preciso periodo del giorno che inevitabilmente è quello notturno, dove al termine delle attività diurne ci si rilassa, ci si coccola e si pensa più intensamente…cosiccome guardando un cielo stellato, cosiccome poi addormentarsi sperando di sognare quel che la fantasia poco prima ha colorato, cosiccome svegliarsi desiderando di ricordarsi il sogno, cioè desiderando di aver vissuto “l’isola che non c’è”!

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