Geordie – Fabrizio De Andrè

SIGNIFICATO

CURIOSITA’ E INTERPRETAZIONE #1 

“Geordie” è una canzone del 1966 di Fabrizio De Andrè, anche se la maggior parte dei ragazzi la conosce grazie alla famosissima cover creata da Gabry Ponte che nel 2002 riscosse un enorme successo in Italia, diventando in poco tempo disco d’oro viste le numerose copie che vendette tale singolo.
Sebbene entrambe le versioni siano le più conosciute in Italia, bisogna segnalare il fatto che nemmeno De Andrè è il vero autore del testo della canzone, infatti Geordie” è un’antica ballata britannica nata intorno al XVI secolo, numero 209 delle Child Ballads, ed esiste in molte varianti. 
La storia di questa ballata vuole che il protagonista, di nome Geordie, fosse un giovane colpevole di un crimine e pertanto sarebbe stato condannato all’impiccagione. Il crimine, a seconda delle varie versioni, può essere una ribellione, un omicidio, un furto di animali come cavalli o cervi. La moglie (o fidanzata) implora per la vita di Geordie e spesso ha già dei figli, dei quali uno ancora in grembo. In molte versioni c’è un lieto fine: è fissato un riscatto che lei, grazie all’aiuto dei popolani impietositi, riesce a pagare.

Nelle versioni inglesi dal XVIII secolo in poi, dalle quali le versioni moderne sono derivate, Geordie è un bracconiere ed il lieto fine è eliminato. Il bracconaggio nell’Inghilterra del periodo era punito in modo estremamente duro, in particolare nelle tenute e nelle riserve reali. Al giovane Geordie, evidentemente per le sue origini aristocratiche, viene riservato il “privilegio” di essere impiccato con una corda (o una catena) d’oro. La giovane fidanzata cavalca fino a Londra per chiedere di risparmiare la vita dell’amato, ma senza riuscire a ottenere ciò che chiedeva. Le curiosità su questa canzone non finiscono qua: la vicenda di Geordie sembra avere infatti un fondamento storico: si tratta, secondo un’ipotesi, della storia di George Gordon, conte di Huntly, che fu condannato a morte come traditore nel 1589 per essersi ribellato contro Giacomo VI, re di Scozia. Per intercessione della famiglia fu liberato previa consegna di un riscatto; è probabile che Giacomo VI attraverso tale concessione abbia voluto evitare lo scontro con la famiglia di George, da sempre potente alleata della Corona.

Questo è il testo tradotto della ballata originale’: Mentre camminavo lungo il ponte di Londra una nebbiosa mattina sentii una bella fanciulla piangere per il suo Geordie. Oh, il mio Geordie sarà impiccato con una catena d’oro, non è una catena di molti. Egli era nato di stirpe reale e innamorato di una dama virtuosa. Sellate il mio cavallo bianco come il latte, sellate il mio pony, cavalcherò fino alla corte di Londra ad implorare per la vita di Geordie. Oh, il mio Geordie non rubò mai né una mucca né un vitello non fece male a nessuno. Rubò sedici cervi del Re e li vendette a Bohenny. Due bei bambini ho fatto nascere e il terzo lo ho ora in grembo. Liberamente lascerei ognuno di loro se voi risparmiaste la vita di Geordie. Il giudice guardò dalla sua spalla sinistra e disse alla fanciulla: “Mi spiace per te mia dolce fanciulla, siete venuta troppo tardi perché lui è già stato condannato”. Oh, il mio Geordie sarà impiccato con una catena d’oro, non è una catena di molti. Rubò sedici cervi del Re e li vendette a Bohenny. »

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9 risposte a “Geordie – Fabrizio De Andrè”

  1. franco ha detto:

    Fu la chiusura dei parchi da sempre aperti al pubblico,
    a far si che Geordie nella cattura dei cervi,
    commise il Reato prima inesistente

  2. Lahila ha detto:

    Io vi leggo una critica alla pena di morte, crudele ed esegerata rispetto al crimine commesso contro il patrimonio e comminata da potrebbe tranquillamente fare a meno di qualche cervo cacciato da chi cercava di sfamare la propria famiglia. Essa è condita di ipocrisia, come la preziosità della corda e la banalità della motivazione, volta a far meglio digerire al popolo la sentenza ed il rispetto per la proprietà dei ricchi: l’oro niente toglie alla crudeltà della sentenza, e per cos’altro dovrebbe essere venduto un cervo se non per denaro; sicuramente una così preziosa libagione sarà valsa molti sacchi di patate che avrebbero sfamato la famiglia di Jordie.

  3. Lorenzo ha detto:

    La canzone, pur nel compianto per la sorte del povero Geordie, presenta un curioso climax ascendente che ne stempera in parte la tristezza:
    1. Rubò sei cervi: mica uno solo, ben sei;
    2. nel parco: non in una semplice foresta, ma in una tenuta di caccia;
    3. del re: la tenuta non è di un conte, di un marchese, di un duca, ma del sovrano in persona!
    4. “Ma poveretto, aveva fame…”. No! Vendendoli per denaro.

    Insomma, il povero Geordie non meritava certo quell’orrenda fine; ma se l’era proprio cercata. Forse l’anonimo poeta-musicista del XVI secolo ha voluto dir questo.

  4. Emiliano ha detto:

    Conoscendo De André, l’interpretazione di Rita, che è simile alla mia, è quella più plausibile. Quella di Daniele è invece molto suggestiva, romantica e, a pensarci bene, non così improbabile. Bravi entrambi.

  5. Guarnieri Daniele ha detto:

    Questa è la mia versione.
    Il ragazzo non aveva mai rubato per amore, ma aveva rubato per denaro e la fanciulla piange perché capisce di non essere mai stata amata sinceramente. Il boia del re non è altro che la coscienza razionale della donna che condanna il ragazzo mentre colui che assiste alla vicenda è l altra parte di lei che soffre disperata per non essere stata ricambiata del vero amore. Il cappio dorato è l immagine opposta dell amore con cui la donna vuole liberarsi da lui e cioè l’ odio

    • ambra donati ha detto:

      in realtà penso che voleva intendere che era un bravo ragazzo e che non avrebbe mai rubati se non ne avesse avuto la necessità. questa è solo la mia versione

  6. Rita ha detto:

    Nella versione di De Andrè Geordie è un ragazzo che ha meno di 20 anni. Ha rubato sei cervi nel parco del re per venderli. La donna che implora è la madre del ragazzo e il punto centrale della canzone è la Legge. La legge prevede la morte per impiccaggione per questo reato e la madre non la contesta. Osa solo chiedere che, in nome della giovinezza del figlio, venga eseguita quando sarà più vecchio. Gli stessi sovrani si commuovono per la sua preghiera, ma “la Legge non può cambiare”. L’unica cosa che possono graziosamente concederle è che il figlio venga impiccato con una corda d’oro: “è un privilegio raro”. De Andrè quindi, magari rielaborando un testo preesistente, lo elabora in modo tale da farne come sempre motivo di riflessione: la Legge nella sua…impassibile assolutezza può essere fredda e crudele e chi detiene il Potere è incapace di pietà, se non in manifestazioni che appaiono involontariamente beffarde. La corda D’ORO, per chi vive nel lusso, appare assurdamente un omaggio lusinghiero a chi pur viene ucciso.

  7. Paola ha detto:

    Molto interessante questo significato recondito. Come lo hai trovato?

  8. Matteo ha detto:

    Geordie e’ uno spirito innocente al quale e’ stato vietato, tramite umiliazione, la conoscenza dell’amore, una persona invidiosa del suo destino lo ha pubblicamente offeso in tutte le occasioni, un energumeno violento ed assassino che sa perfettamente che in queste condizioni, umiliato e ferito, non potrebbe mai difendere il suo partner e lo oltraggerebbe nel punto tale di essere impossibilitato alla comunione totale. Questo spinge l’ingenuo geordie a non capire il tranello e a lanciarsi in un rapporto impossibile che per la sola creazione e’ condannato a un errore fatale (ruba cervi un nobile?) o dell’uno o dell’altra. Per questo valore impossibile Geordie trova condanna che se ha impossibilita’ nella sua parte lo vede costretto all ‘ impiccagione. Personalmente ribalto la possibilità che in analoga situazione il partner del condannato avrebbe trovato pena in questa impossibilità e dopo la sua condanna imposta per vie logiche, Geordie come nella versione video di Gabry ponte trova modo di scappare e trovare chi lo accoglierà contro tutti. Perché la vera infamia e’ di chi lo ha umiliato e costretto all’impossibilità di un amore.

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