Rosenrot – Rammstein

 

SIGNIFICATO

INTERPRETAZIONE #1 (inviataci dallo staff del sito www.metalgermania.it)
“Rosenrot“, la title track dell’album uscito nel 2005 è un omaggio a Goethe e ai fratelli Grimm: si ispira infatti al poema “Heidenröslein” e alla fiaba “Schneeweißchen und Rosenrot“. Se della seconda prende poco oltre al nome della protagonista (nell’adattamento italiano diventa Biancaspina e Rosella), sono interessanti le analogie con il poemetto di Goethe, “Rosellina della landa“: questa ci racconta di un ragazzo che vede una rosellina cresciuta sulle alture e vuole coglierla; la rosa è contraria e minaccia di pungerlo con le sue spine, ma alla fine non può nulla contro l’insistenza del ragazzo ed è costretta a cedere: l’ultimo verso fa pensare ad uno stupro. “Rosenrot” dei Rammstein rovescia questo concetto, la “vittima” non è più la rosa, ma il ragazzo e il fiore diventa il simbolo di questa sua condizione. Till Lindemann infatti aggiunge un altro personaggio, una ragazza, di cui il ragazzo è innamorato, che gli chiede di cogliere per lei una rosellina cresciuta su una rupe; la rosa, che nel poema di Goethe simboleggiava la ragazza costretta a cedere alla violenza del ragazzo che, per coglierla le recide il gambo, qui diventa un capriccio stupido e insensato che il ragazzo dovrà soddisfare per far piacere alla sua amata, nonostante il pericolo che questo comporta. La strofa “Sie will es und so ist es fein…” è emblematica nell’esprimere il concetto della donna manipolatrice, che usa le sue arti seduttive per ottenere ciò che vuole: così è stato e così sarà per sempre. Nel ritornello, attraverso l’immagine dei pozzi profondi da scavare per ottenere acqua limpida, la canzone ci dice che l’uomo deve faticare e sforzarsi molto per ottenere il favore della donna amata, ma subito dopo ci mette in guardia perché “le acque profonde non sono tranquille”, riprendendo il proverbio “stille Wasser gründen tief”, che in Italiano è tradotto con “l’acqua cheta rovina i ponti”. Infatti nell’ultima strofa vediamo il ragazzo che, con molta fatica è arrivato in cima alla rupe, durante la scalata ha tenuto lo sguardo e la mente fissi sul suo obiettivo, ma una pietra si rompe sotto i suoi piedi, facendogli perdere l’appoggio e facendolo precipitare verso morte certa, insieme alla rosellina appena colta.





Il video, a mio avviso uno dei più belli girati dalla band, esprime in modo ancora più esplicito e crudele il concetto espresso nella canzone: se infatti la rosellina era solo un capriccio, che ha scatenato conseguenze tragiche, nel video assistiamo ad una manipolazione fredda e calcolata, ancora più spietata. I Rammstein impersonano sei monaci flagellanti che giungono in un villaggio di montagna durante una festa: Till nota una ragazzina che balla e gli altri sembrano già intuire il tragico epilogo. Vediamo i due passare sempre più tempo insieme, e la ragazzina che tenta il monaco di notte, portandogli una rosa e stringendogli le mani intorno ad essa, fino a ferirgli le mani con le spine. Gli altri monaci, sempre più preoccupati dal comportamento del compagno, non sanno però come intervenire. Nella scena clou del video vediamo la ragazzina che convince Till ad entrare in una casa di notte, qui uccide a coltellate un uomo e una donna: da uno schizzo di sangue che va’ a macchiare una fotografia incorniciata, capiamo che sono i genitori della ragazzina! Quando il monaco, con le mani sporche di sangue, esce di casa e comunica sorridente alla ragazzina di aver compiuto il delitto, questa lo tradisce e inizia ad urlare, indicandolo alla folla che accorre come l’assassino dei suoi genitori; viene quindi legato e incappucciato e bruciato vivo come punizione per il suo omicidio. Ad appiccare le fiamme, insieme alla ragazzina e agli altri abitanti del villaggio, ci sono anche gli altri membri della band.

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