Dalai Lama – Rammstein

SIGNIFICATO

INTERPRETAZIONE #1 (inviataci dallo staff del sito www.metalgermania.it)
Dalai Lama” è una rivisitazione in chiave moderna del celebre poema di Goethe “Erlkönig” (il re degli elfi), messo in musica da Schubert, che racconta la cavalcata attraverso il bosco di un padre e di suo figlio. Quest’ultimo ad un certo punto vede il re degli elfi, che lo chiama e lo invita ad unirsi a lui e alle sue figlie nei giochi e nelle danze; di fronte al rifiuto del bambino, il re degli elfi minaccia di prenderlo con la forza.

Nelle credenze popolari dell’epoca, il re degli elfi era un presagio di morte, infatti solo le persone prossime a morire potevano vederlo; il padre all’inizio non crede alle parole del figlio ed è convinto che questi abbia visto solo una lingua di nebbia e udito il rumore del vento tra gli alberi, ma poi capisce che ha davvero visto il re degli elfi e che questi lo ha veramente chiamato a sé. Preso dal panico lancia il cavallo a tutta velocità in una furiosa e disperata corsa verso casa, ma sarà tutto inutile: arrivato a destinazione si accorgerà che il bambino che stringeva tra le braccia era morto.
Nella rivisitazione dei Rammstein padre e figlio sono su un aereo per raggiungere la madre nel giorno del suo compleanno. Si addormentano mentre l’aereo attraversa una turbolenza: nel sonno il re degli elfi (che Lindemann chiama signore del cielo), sussurra nell’orecchio del bambino e lo chiama a sé, proprio come nell’opera di Goethe.
La turbolenza diventa una vera e propria tempesta e i passeggeri dell’aereo si svegliano spaventati: i sussurri che il bambino udiva nel sonno sono reali, il re degli elfi lo sta davvero chiamando!
L’epilogo è già scritto, ma c’è una sostanziale differenza rispetto all’opera originale; nel testo di Goethe il bambino è malato e vede il re degli elfi durante i deliri causati dalla febbre: la sua sorte è segnata nonostante la corsa disperata del padre. Nella trasposizione dei Rammstein, invece è il padre stesso che, terrorizzato dalla tempesta (“la paura non conosce nessuna pietà”), stringe troppo forte il figlio a sé (“non nota la sua difficoltà a respirare”) e lo uccide (“spreme l’anima fuori dal bambino”).
Il titolo “Dalai Lama” non ha nessuna attinenza con il contenuto del testo ed è stato scelto, per stessa ammissione della band, solo per dare un tocco orientale alla vicenda (il Dalai lama è la massima autorità spirituale buddista). Tuttavia va segnalata una curiosità non certo casuale:Tenzin Gyatso, l’attuale Dalai lama, ha paura di volare.
Il ritornello ci presenta una visione molto pessimista del destino dell’umanità, nella sua inesorabile corsa verso la rovina e la distruzione, condannata a vivere fino a che non sopraggiunge la morte. La band accenna anche al fatto che l’uomo non appartiene all’aria e che quindi la presenza a bordo di un aereo e lo stesso atto di volare sono in un certo senso “innaturali”…e saranno puniti con la morte. Infatti la canzone, oltre a richiamare il testo di Goethe, è ispirata dall’incidente aereo occorso al volo Japan Airlines 123 nel 1985 (ricordiamo anche che lo stesso nome Rammstein si ispira all’incidente aereo avvenuto nella base militare di Ramstein nel 1989), in cui morirono 520 persone (il secondo incidente aereo con più vittime). Gli ultimi secondi di registrazione della scatola nera di quell’aereo sono inseriti all’inizio dell’album “Reise, Reise” (che contiene appunto anche “Dalai Lama”) come hidden track; la stessa copertina dell’album raffigura una scatola nera danneggiata con la scritta:“Flugrekorder, nicht öffnen” (Registrazione di volo, non aprire). Possiamo quindi dire che in questo testo i Rammstein prendono spunto dall’opera di Goethe, per rielaborarla e fonderla con la tragica attualità, producendo un testo emozionante  e geniale, seppur non sia tra i più conosciuti e la canzone stessa non sia mai stata suonata dal vivo, a parte rarissimi casi.

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significatocanzoni@gmail.com
la pubblicheremo a tuo nome oppure lascia semplicemente un commento in fondo al post.


TESTO E TRADUZIONE

TESTO
Ein Flugzeug liegt im Abendwind
An Bord ist auch ein Mann mit Kind
Sie sitzen sicher sitzen warm
und gehen so dem Schlaf ins Garn
In drei Stunden sind sie da
zum Wiegenfeste der Mama
Die Sicht ist gut der Himmel klar

Weiter, weiter ins Verderben
Wir müssen leben bis wir sterben
Der Mensch gehört nicht in die Luft
So der Herr im Himmel ruft
seine Söhne auf dem Wind
Bringt mir dieses Menschenkind

Das Kind hat noch die Zeit verloren
Da springt ein Widerhall zu Ohren
Ein dumpfes Grollen treibt die Nacht
und der Wolkentreiber lacht
Schüttelt wach die Menschenfracht

Weiter, weiter ins Verderben
Wir müssen leben bis wir sterben
Und das Kind zum Vater spricht
Hörst du denn den Donner nicht
Das ist der König aller Winde
Er will mich zu seinem Kinde

Aus den Wolken tropft ein Chor
Kriecht sich in das kleine Ohr
Komm her, bleib hier
Wir sind gut zu dir
Komm her, bleib hier
Wir sind Brüder dir

Der Sturm umarmt die Flugmaschine
Der Druck fällt schnell in der Kabine
Ein dumpfes Grollen treibt die Nacht
In Panik schreit die Menschenfracht

Weiter, weiter ins Verderben
Wir müssen leben bis wir sterben
Und zum Herrgott fleht das Kind
Himmel nimm zurück den Wind
Bring uns unversehrt zu Erden

Aus den Wolken tropft ein Chor
Kriecht sich in das kleine Ohr
Komm her, bleib hier
Wir sind gut zu dir
Komm her, bleib hier
Wir sind Brüder dir

Der Vater hält das Kind jetzt fest
Hat es sehr an sich gepresst
Bemerkt nicht dessen Atemnot
Doch die Angst kennt kein Erbarmen
So der Vater mit den Armen
Drückt die Seele aus dem Kind
Diese setzt sich auf den Wind und singt:

Komm her, bleib hier
Wir sind gut zu dir
Komm her, bleib hier
Wir sind Brüder dir

TRADUZIONE
Un aereo è nel vento della sera [2]
A bordo c’è anche un uomo con il figlio
Siedono sicuri e al caldo
e così cadono nella trappola del sonno
In tre ore saranno là
per il compleanno [2] della mamma
La visibilità è buona il cielo è limpido

Avanti, avanti verso la distruzione
Dobbiamo vivere finché moriamo
L’uomo non appartiene all’aria
Così il Signore in cielo chiama
i suoi figli al vento
Portatemi questo bambino

Il bambino ha ancora perso tempo
Allora un’eco salta alle sue orecchie
Un rimbombo cupo muove la notte
e Colui che muove le nuvole ride
Scuote il carico umano svegliandolo

Avanti, avanti verso la distruzione
Dobbiamo vivere finché moriamo
E il bambino dice al padre
Non senti il tuono
È il Re di tutti i venti
Vuole che diventi il suo bambino

Dalle nuvole gocciola un coro
Striscia nel piccolo orecchio
Vieni qui, stai qui
Saremo buoni con te
Vieni qui, stai qui
Siamo i tuoi fratelli

La tempesta abbraccia la macchina volante
La pressione cade velocemente nella cabina
Un rimbombo cupo muove la notte
Nel panico grida il carico umano

Avanti, avanti verso la distruzione
Dobbiamo vivere finché moriamo
E il bambino supplica Dio
Cielo riprendi il vento
Portaci illesi sulla terra

Dalle nuvole gocciola un coro
Striscia nel piccolo orecchio
Vieni qui, stai qui
Saremo buoni con te
Vieni qui, stai qui
Siamo i tuoi fratelli

Ora il padre tiene il bambino saldamente
Lo ho stretto forte a sé
Non nota la sua difficoltà a respirare
Ma la paura non conosce pietà
Così il padre con le braccia
Spreme l’anima fuori dal bambino
Che prende il suo posto sopra il vento e canta:

Vieni qui, stai qui
Saremo buoni con te
Vieni qui, stai qui
Siamo i tuoi fratelli


[1] La canzone è una rivisitazione in chiave moderna del poema “Erlkönig” di Goethe. Il Dalai Lama è la massima autorità temporale del Tibet, nonché la massima autorità spirituale della scuola Gelug del Buddhismo Tibetano. Quello attuale, Tenzin Gyatso, ha paura di volare.

[2] Con ogni probabilità il testo si riferisce al volo 123 della Japan Airlines, che si schiantò contro una montagna nel 1985, causando la morte di 520 persone (si tratta di uno dei peggiori incidenti aerei della storia). Gli ultimi secondi di registrazione della scatola nera di quell’aereo sono inseriti all’inizio dell’album “Reise, Reise” (che contiene appunto anche “Dalai Lama”) come hidden track; la stessa copertina dell’album raffigura una scatola nera danneggiata con la scritta: “Flugrekorder, nicht öffnen” (Registrazione di volo, non aprire).

[3] La parola “Wiegenfest” è un termine arcaico per “compleanno”, ma tradotta letteralmente sarebbe “celebrazione della culla”.

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