Imagine – John Lennon

SIGNIFICATO

INTERPRETAZIONE CANZONE E VIDEO #1

1971, un anno dopo lo scioglimento di una delle band più celebri della storia della musica, i Beatles. L’ex leader del gruppo, John Lennon, crea una delle canzoni destinate a diventare un’icona della musica, raggiungendo il terzo posto nella classifica stilata dalla rivista musicale Rolling Stone, ovvero Imagine. Il testo e la musica sono ormai entrati nella quotidianità del panorama musicale internazionale, ma un’analisi attenta del brano porta ad alcune precise considerazioni.
La musica è tranquilla, quasi commovente, che riesce a dare un senso di pace: l’obiettivo è pienamente centrato, la musica fa davvero il suo dovere in questo brano. Il testo non è da meno, si parla della ricerca di un mondo migliore, in cui tutti possano vivere in pace, una specie di Eden; leggendo il testo però ci si accorge di quale sia il prezzo e la modalità di raggiungimento del paradiso in terra proposto.

Immagina che non esistano né il paradiso né l’inferno: ognuno è libero di pensare come vuole su questo fatto, però proviamo ad indirizzare i pensieri verso questa direzione. Immagina che tutta la gente viva solo per l’oggi, cioè senza farsi progetti a lungo-medio-breve termine. Immaginiamo che non esistano le nazioni, non è difficile da fare: dimentichiamoci della storia, del patrimonio di diversità culturale che il mondo si porta dietro da quando è nato, dettato anche solo dal fatto che le persone nascono in ogni angolo del mondo, chi in Europa, chi in America e chi nell’Estremo Oriente. Non è difficile da fare, non è difficile da dimenticare questa diversità. Inoltre, immagina che non ci sia niente per cui uccidere o morire, quindi nessun ideale, nessun sogno, nessun sentimento di libertà; immagina che non ci sia nessun credo religioso (e qui si torna alla diversità culturale), immagina quindi che tutti vivano in pace con tutti. Spero che ti unirai al mio sogno, che tu possa vivere con me in pace e armonia.Immaginiamo un mondo in cui nessuno possa comprare qualcosa, dalla casa in cui vivere all’animale domestico da compagnia, con tutto quello che ci sta in mezzo; un mondo senza bisogni, senza voglia di riuscire nelle cose che si fanno, senza urgenze, senza fame e sete di carità. Solo una fratellanza, in cui tutti condividono.

Ma condividono cosa? Cosa rimane del mondo, se togliamo tutto questo? Un mondo così, privato e svuotato di tutto, sarebbe soltanto una foresta di alberi avvizziti che non capiscono neanche di aver bisogno di acqua. E, da ultimo, l’evidente controsenso di fondo: se dovessimo applicare alla lettera queste indicazioni ci saremmo costruiti una sorta di paradiso, andando contro quanto scritto nella prima riga. Certo, ognuno vuole un mondo migliore, dove regna la pace e non la guerra: ma siamo davvero disposti a rinunciare anche a tutto il resto, distruggendo completamente anche l’uomo stesso, per ottenerlo?

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