SPIEGAZIONE
INTERPRETAZIONE #1
Venite pure avanti voi con il naso corto:
Cirano è oppresso dalla dimensione del suo naso, si scaglia contro chi non ha anormalità. La metafora è evidente, mi sembra. Lo spadaccino, il nobile, il leale, è in collera con una categoria di persone, che intanto sente diverse da lui. Ma non finisce qui, sarebbe un po’ sciocco. E così spiega meglio.
Signori imbellettati, io più non vi sopporto:
Ne ha avuto abbastanza di belletti e signorilità; il suo lessico tradisce tuttavia la “propria” signorilità, diversa da quella imbellettata di chi si agghinda di trucchi per apparir autorevole. Non è opinion mia, ma è scienza sociale che l’autorevolezza sia una caratteristica intrinseca, non ho timore di dire cavolate quando affermo che il cerone, così come i paroloni, non fanno un signore nei modi, non lo fanno nell’essenza. E Cirano dice non vi sopporto più, quindi la sua non è un’idiosincrasia “a pelle”. Non ne può più e reagisce come può, dove si sente forte, lui grande spadaccino, nobile signore, poeta. Si erge sullo scoglio del veleno. Che dire dei buffoni che campano di versi senza forza? Qui il signor di Bergeràc ce l’ha con chi parla e scrive parole senza forza. La situazione è sottile al riguardo, come si può definire la forza di un verso, la reale consistenza di chi lo recita? Chi può dire se un verso sia frutto di fortuna o se abbia in sè incatenato anche tutto quel significato che trascende il significante vuoto delle parole usate? Io me lo chiedo, non così pare fare Cyrano, che mette tutti al muro, con una facile semplificazione: “avrete soldi e gloria, ma non avete scorza“. Chi si sente di smentirlo? Chi ha il coraggio di dire che il successo arride al merito? Ok, può accadere, ma la legge che regola il successo è assolutamente avulsa dal merito.
Quindi questo successo consiglia a ciascuno di goderselo. Qui secondo me anche a Guccini sarà venuta in mente la famosa frase sul successo di Warhol. Guccini-Cyrano prende in giro i passi più lunghi della gamba fatti sull’onda del successo, è evidente il suo disprezzo per chi si crede superiore agli altri e indossa il ghigno arrogante dell’insolente ignoranza pervicace solenne ed antipatica che ha “il primo della classe“. Cyrano è un povero cadetto, uno che conta poco nell’esercito, e io sono uno che conta poco nel mondo, però lui non sopporta la gente che non sogna, e io non sopporto gli orpelli con cui si danno tutti le arie da grandi intenditori arrivati (arrivismo appunto) e cercano proseliti in questo nuovo paradiso che predicano. All’amo non abbocchiamo, e al fin della licenza, miei stupidi, tocchiamo.
Credo che sviscerare questa canzone sia inutile, troppe varianti possibili.
Credo che, se rivedi la tua vita attraverso la canzone e ci ritrovi oneste identificazioni con le gesta del nostro eroe, poco vale cavillare. O sei disposto a morire per ciò per cui vivi, o non stai vivendo ciò che credi di vivere.
Rispondi
Forse per la giovanissima eta’ di Irama e l’influenza di Guccini, Filippo in qualche altra parte di questo brano e’ stato coinvolto a mio avviso e in modo appassionato da una signora di su di eta’ dai trucchi autorevoli e su di lei fa riferimenti ben precisi quando si rivolge a lei dicendole che lui non si nasconde sotto la sua dimora perche’ lo sente quando so rivolge a lei e non sa quante donne ha amato e avute e per colpa del destino quante ne ha perdute. Ma ora lui sognava la dolcissima.signora senza nascondersi sotto la sua dimora perche’ ormai lo sentiva, lo usava e cercava invano ” se mi amo come sono sono per sempre tuo Cyrano. .
Rispondi
Be cosa dire sentendo Irama nell’ultimo festival di San Remo con l’introduzione di Guccini, le sue parole la canzone stessa, mi ha fatto venire voglia di riascoltare Cirano, e ne sono rimasto stregato, rapito dalle parole dal trasporto e dalla musica, per quel che puo’ valere un mio giudizio, Guccini è un grande, non saprei nemmeno dire quale canzone sia la piu’ bella , lo sono tutte, bella anche quella di Irama, che ser caso vi fosse sfuggita , ascoltatela
Rispondi
Io spesso ho sorvolato sui testi delle canzoni; ora da vecchia le riprendo e scopro in esse la poesia , la riflessione , la filosofia , la critica alla società e trovo in molte di esse le mie idee e le mie emozioni
Rispondi
Comunque la canzone è stata scritta da Beppe Dati (Testo) e Giancarlo Bigazzi (Musica)
Rispondi
Ho amato Guccini negli anni della mia adolescenza- giovinezza ma solo ora mi approprio del significato profondo delle sue canzoni e ne ‘ venero’ la forza poetica . .Apprezzo la sua capacità di toccare i problemi dell’umanità ,coi suoi vizi e i suoi pregi ,con tutta la graffiante consapevolezza che solo un’intelligenza sopraffina sa dimostrare. Pochi , come lui, riescono ad evocare sensazioni tanto potenti e benefiche per l’anima!
Rispondi
Son d’accordo con Roberto. Anch’io da ragazzo non approfondivo Guccini e ho compreso la sua grandezza solo da poco. Sono quasi vecchio e ringrazio le porcate di tanti stupidi protagonisti della musica d’oggi: avessero magari fatto musica un po’ più decente, forse non avrei avvertito la necessità di andare a ritroso nel tempo e forse mai avrei potuto cogliere una grandezza che era sempre lì, a un passo da me, senza che me ne accorgessi.
Rispondi
Non ho mai amato Guccini come adesso. Da ragazzo mi era abbastanza indifferente, ma agli occhi di un maturo giovane (dentro …), che ha visto nel corso degli anni sgretolarsi la società ed i suoi valori un po’ alla volta in modo irreparabile, è decisamente rivalutato. Sarà una considerazione abbastanza scontata, ma viviamo in un mondo di veline, calciatori e… “Influencer” dove le persone non riescono a vedere le cose sotto la superficie. E tutto questo Guccini l’ha scritto in tempi per così dire “non sospetti”. Grande, anche come poeta.
Rispondi